12-10-2013, 11:09
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-06-2017, 09:44 {2} da Mariano.)
In Sardegna, particolarmente nelle zone del centro, ogni paese ha un singolo o più gruppi di canto a tenore le cui origini si perdono nelle nebbie del tempo e prevedono un insieme di persone, talvolta quattro od ancor più, che interpretano, attorno ad una voce solista, le melodie ataviche della nostra isola. Ritengo che tal canto possa essere definito la lirica dei nuraghi, un vero e proprio rituale che affonda le radici in suadenti abbracci di spiritualità che nel corso della liturgia canora richiamano ai cari antenati. Gli interpreti sono autentici asceti depositari di un patrimonio musicale che si tramanda da che alba vestì di luce le grandi torri in pietra che da sempre vegliano sull’isola bella cinta dal mare.
Il canto a tenore è motivo di orgoglio, pertanto è raro il paese che non preserva ed ostenta il proprio gruppo, tutti più o meno bravi. Chiaramente esistono degli autentici campioni, come i gruppi di Fonni Battor Moros, Bitti Remundu e Locu, Seneghe, e naturalmente, i fuoriclasse come Orune Santa Lulla, Fonni Monte Spada, Neoneli Alberto Zucca ed infine, i più grandi fra tutti, il Tenore di Lodè del maestro Petreddu Nanu. Questo gruppo è quanto di meglio, in ogni tempo, abbia offerto il panorama isolano in merito alla lirica dei nuraghi: una voce meravigliosa, penetrante, incantevole, supportata da coristi di eccelsa classe.
La carriera
Il tenore di Lodè è stata una irripetibile mistione di ineguagliabili coristi che accompagnavano la superlativa voce di Petreddu. Nato a Lodè il 6 Novembre del 1934, Petreddu Nanu ha vissuto a stretto contatto con la campagna, svolgendo l’attività di allevatore. L’accostamento ininterrotto alla natura, gli approcci con le entità benevole della nostra terra, hanno certamente ispirato le gioiose melodie che solamente il maestro era in grado di interpretare in quel modo, sulle vibrazioni di una voce magistralmente modulata per diventare irresistibile richiamo nelle piazze dove il tenore si esibiva.
Dagli anni sessanta sino al novanta il tenore di Lodè è stato il gruppo che ha ottenuto il maggiore successo in Sardegna, deliziando col proprio repertorio, gli agglomerati dell’intera isola, tanto da essere considerato, all’unanimità e sacrosantamente, l’orchestra vocale migliore in assoluto ed in ogni tempo. Un favola meravigliosa terminata con la morte di Petreddu, avvenuta a Lodè il 23 Marzo del 1995.
Il lato umano del maestro
La splendida voce di Petreddu scaturiva da un animo gentile, un padre affettuoso che ha dedicato la vita al lavoro ed alla famiglia, il canto semplicemente un hobby. Forse era questa la chiave del successo, considerare il canto come genuina passione, declinata sempre e comunque senza eccessi, in un contesto di estrema gentilezza e grande umanità.
Un episodio molto particolare lega lo scrivente al maestro di Lodè, avvenuto agli inizi degli anni ottanta nella montagna di Bolotana, dove il gruppo fu invitato ad esibirsi in occasione dell’allora famosissima sagra di Ferragosto. Una meravigliosa serata trascorsa in compagnia di una splendida creatura sempre presente nella mia esistenza. Arrivammo alla piana di Ortakis quando l’esibizione volgeva ormai al termine, mi avrebbe amareggiato oltremodo non poter ascoltare la voce del maestro. Senza esitazione mi recai nella rotonda dove si svolgeva la kermesse e contattai Petreddu pregandolo cortesemente di cantare per me e la dolce creatura al mio fianco una “Boghe e ballu”.
Uno dei componenti il gruppo rispose che la serata volgeva a conclusione, pertanto non era affatto possibile soddisfare la richiesta, il maestro mi prese per un braccio e così pronunziò parola: “Posso forse dire di no a chi si accompagna con questo bellissimo angelo? Dedicate a voi”. Diede un affettuoso buffetto sulle guance della ragazza per poi eseguire tre splendide canzoni a “boghe e ballu”. Petreddu era così!
L’esibizione del tenore
L’impasto vocale del tenore di Lodè era una vera e propria liturgia nella quale danzavano in cerchio gli spiriti degli antenati, magico valzer sospeso tra cielo e terra, in un abbraccio tra misticismo e tradizione, accenti di storie trasportate nel vento che da millenni sferza le lande della nostra isola. Sibilare acuto negli anfratti insinua a narrare delle torri in pietra il dimenar del tempo, magia che dolce avvolge e l’animo pervade affinché il popolo lieto sia dei trascorsi fasti.
Il messaggio del maestro, per chi ha voluto interpretarlo ed accoglierlo ammoniva ad un forte senso di appartenenza, abitanti di un’isola che i figli accudisce e forte accentra in un intenso sentimento che nobiltà ha elargito al popolo dei nuraghi. Il rituale canoro del gruppo non era un semplice concerto volto a rallegrare la serata della sagra paesana, ma un cortocircuito temporale che apriva la porta di un mondo perduto, un viaggio a ritroso nel tempo ad esplorare scampoli di storia che vede protagonista l’antica gente dell’isola.
La favola deve avere un seguito
Il maestro Petreddu Nanu ed i suoi coristi hanno percorso un’epoca nella quale i mezzi di comunicazione non contemplavano gli accessori tecnologici attuali grazie ai quali, gruppi di gran lunga inferiori godono di una fama preconfezionata e magistralmente esibita dai media. Attualmente il materiale presente su internet a riguardo di questi giganti del canto a tenore è veramente poca cosa, qualche filmato, spezzoni sonori talvolta inascoltabili e notizie piuttosto scarne ed incomplete. Con questo articolo spero di destare l’attenzione che il gruppo merita ed invito accoratamente, chiunque possegga del materiale, a renderlo disponibile sulla grande rete.
Petreddu Nanu è una leggenda del canto a tenore e merita il giusto tributo, di ciò si rammenti chi assolve compiti istituzionali: il paese che ha dato i natali a Petreddu dovrebbe avere una struttura dedicata al gruppo con al suo interno del materiale consultabile dalle generazioni che non hanno conosciuto l’usignolo di Lodè. L’appello che rivolgo a chi ha potuto ascoltare le performances canore del maestro è di fare in modo che questo meraviglioso ritaglio di Sardegna non abbia ad essere confinato nel labirinto dell’oblio. Il coro di Lodè Petreddu Nanu è patrimonio della Sardegna, del mondo, va dunque tutelato, proposto e divulgato, ad imperitura memoria!
Il canto a tenore è motivo di orgoglio, pertanto è raro il paese che non preserva ed ostenta il proprio gruppo, tutti più o meno bravi. Chiaramente esistono degli autentici campioni, come i gruppi di Fonni Battor Moros, Bitti Remundu e Locu, Seneghe, e naturalmente, i fuoriclasse come Orune Santa Lulla, Fonni Monte Spada, Neoneli Alberto Zucca ed infine, i più grandi fra tutti, il Tenore di Lodè del maestro Petreddu Nanu. Questo gruppo è quanto di meglio, in ogni tempo, abbia offerto il panorama isolano in merito alla lirica dei nuraghi: una voce meravigliosa, penetrante, incantevole, supportata da coristi di eccelsa classe.
La carriera
Il tenore di Lodè è stata una irripetibile mistione di ineguagliabili coristi che accompagnavano la superlativa voce di Petreddu. Nato a Lodè il 6 Novembre del 1934, Petreddu Nanu ha vissuto a stretto contatto con la campagna, svolgendo l’attività di allevatore. L’accostamento ininterrotto alla natura, gli approcci con le entità benevole della nostra terra, hanno certamente ispirato le gioiose melodie che solamente il maestro era in grado di interpretare in quel modo, sulle vibrazioni di una voce magistralmente modulata per diventare irresistibile richiamo nelle piazze dove il tenore si esibiva.
Dagli anni sessanta sino al novanta il tenore di Lodè è stato il gruppo che ha ottenuto il maggiore successo in Sardegna, deliziando col proprio repertorio, gli agglomerati dell’intera isola, tanto da essere considerato, all’unanimità e sacrosantamente, l’orchestra vocale migliore in assoluto ed in ogni tempo. Un favola meravigliosa terminata con la morte di Petreddu, avvenuta a Lodè il 23 Marzo del 1995.
Il lato umano del maestro
La splendida voce di Petreddu scaturiva da un animo gentile, un padre affettuoso che ha dedicato la vita al lavoro ed alla famiglia, il canto semplicemente un hobby. Forse era questa la chiave del successo, considerare il canto come genuina passione, declinata sempre e comunque senza eccessi, in un contesto di estrema gentilezza e grande umanità.
Un episodio molto particolare lega lo scrivente al maestro di Lodè, avvenuto agli inizi degli anni ottanta nella montagna di Bolotana, dove il gruppo fu invitato ad esibirsi in occasione dell’allora famosissima sagra di Ferragosto. Una meravigliosa serata trascorsa in compagnia di una splendida creatura sempre presente nella mia esistenza. Arrivammo alla piana di Ortakis quando l’esibizione volgeva ormai al termine, mi avrebbe amareggiato oltremodo non poter ascoltare la voce del maestro. Senza esitazione mi recai nella rotonda dove si svolgeva la kermesse e contattai Petreddu pregandolo cortesemente di cantare per me e la dolce creatura al mio fianco una “Boghe e ballu”.
Uno dei componenti il gruppo rispose che la serata volgeva a conclusione, pertanto non era affatto possibile soddisfare la richiesta, il maestro mi prese per un braccio e così pronunziò parola: “Posso forse dire di no a chi si accompagna con questo bellissimo angelo? Dedicate a voi”. Diede un affettuoso buffetto sulle guance della ragazza per poi eseguire tre splendide canzoni a “boghe e ballu”. Petreddu era così!
L’esibizione del tenore
L’impasto vocale del tenore di Lodè era una vera e propria liturgia nella quale danzavano in cerchio gli spiriti degli antenati, magico valzer sospeso tra cielo e terra, in un abbraccio tra misticismo e tradizione, accenti di storie trasportate nel vento che da millenni sferza le lande della nostra isola. Sibilare acuto negli anfratti insinua a narrare delle torri in pietra il dimenar del tempo, magia che dolce avvolge e l’animo pervade affinché il popolo lieto sia dei trascorsi fasti.
Il messaggio del maestro, per chi ha voluto interpretarlo ed accoglierlo ammoniva ad un forte senso di appartenenza, abitanti di un’isola che i figli accudisce e forte accentra in un intenso sentimento che nobiltà ha elargito al popolo dei nuraghi. Il rituale canoro del gruppo non era un semplice concerto volto a rallegrare la serata della sagra paesana, ma un cortocircuito temporale che apriva la porta di un mondo perduto, un viaggio a ritroso nel tempo ad esplorare scampoli di storia che vede protagonista l’antica gente dell’isola.
La favola deve avere un seguito
Il maestro Petreddu Nanu ed i suoi coristi hanno percorso un’epoca nella quale i mezzi di comunicazione non contemplavano gli accessori tecnologici attuali grazie ai quali, gruppi di gran lunga inferiori godono di una fama preconfezionata e magistralmente esibita dai media. Attualmente il materiale presente su internet a riguardo di questi giganti del canto a tenore è veramente poca cosa, qualche filmato, spezzoni sonori talvolta inascoltabili e notizie piuttosto scarne ed incomplete. Con questo articolo spero di destare l’attenzione che il gruppo merita ed invito accoratamente, chiunque possegga del materiale, a renderlo disponibile sulla grande rete.
Petreddu Nanu è una leggenda del canto a tenore e merita il giusto tributo, di ciò si rammenti chi assolve compiti istituzionali: il paese che ha dato i natali a Petreddu dovrebbe avere una struttura dedicata al gruppo con al suo interno del materiale consultabile dalle generazioni che non hanno conosciuto l’usignolo di Lodè. L’appello che rivolgo a chi ha potuto ascoltare le performances canore del maestro è di fare in modo che questo meraviglioso ritaglio di Sardegna non abbia ad essere confinato nel labirinto dell’oblio. Il coro di Lodè Petreddu Nanu è patrimonio della Sardegna, del mondo, va dunque tutelato, proposto e divulgato, ad imperitura memoria!
Intervista esclusiva a Piera Nanu, la figlia dell'usignolo di Lodé
Parla Piera Nanu in una intervista esclusiva gentilmente concessa a Mariano Ortu. I ricordi e le opinioni della figlia di Petreddu Nanu.
M.O. Lei è la figlia del maestro Petreddu Nanu, è a conoscenza che suo papà, nonostante siano trascorsi svariati anni dalla morte è tutt’ora considerato il più grande cantante a tenore che si sia mai esibito in Sardegna?
P.N. Si, ho potuto leggere qualcosa in vari articoli dedicati a lui o nella festa paesana, quando il presentatore di turno o il tenore ospite, ricordavano mio padre come una delle voci più belle che siano esistite.
M.O. Durante gli spostamenti che portavano il tenore di Lodè in giro per la Sardegna ha mai potuto seguire suo papà?
P.N. No purtroppo, la famiglia non lo mai potuto seguire, forse a causa degli orari che portavano mio padre a trascorrere intere notti fuori.
M.O. Che impressione le faceva ascoltare la splendida voce del maestro quando si esibiva col suo gruppo?
P.N. Fin da bambina, quando si esibiva nel palco del nostro paese, mi emozionavo tantissimo e per non mettermi a piangere davanti a tutti scappavo. Anche oggi quando ascolto i suoi cd e' sempre un emozione indescrivibile.
M.O. Quando suo papà era a casa amava cantare in solitudine?
P.N. Che io ricordi, ogni tanto lo sentivo cantare a bassa voce, forse per ricordare qualche canzone.
M.O. Ha qualche ricordo particolare del maestro legato alla carriera di cantante a tenore?
P.N. Non e' un mio ricordo, ma quello di un suo amico, mi racconto' di una loro uscita ad una festa, non ricordo il paese, mio padre non si era mai esibito in pubblico ed i compagni lo convinsero a salire sul palco, come succede nelle piazze c'era un gran baccano che di colpo cesso' quando mio padre accenno' la prima strofa. Il suo amico giuro' che in quella piazza non si senti' una mosca volare, la gente era rapita da quella voce tanto che lo fecero cantare non so per quanto tempo.
M.O Ci descrive in breve la figura del maestro nella quotidianità della sua esistenza?
P.N. Mio padre era un uomo semplice, un marito ed un padre amorevole, un amico umile e disponibile, le sue giornate le dedicava alle cose che amava, come la famiglia, il suo lavoro, gli amici ed il canto nel quale metteva tutta la sua passione.
M.O Ad ormai svariati anni dalla morte del maestro pensa che la sua figura e quella del gruppo siano state sufficientemente tutelate dalle istituzioni?
P.N. No purtroppo!
M.O. Sono sorte delle iniziative per ricordare la figura di suo papà e del tenore di Lode?
P.N. Il comune di Lode', con la collaborazione della pro loco, avevano organizzato per 3 anni consecutivi dei memorial ai quali parteciparonno molti tenores.
M.O. Suo papà gode tutt’ora, nella nostra isola, di grandissima fama ed è considerato dalla maggior parte delle persone che anno avuto il privilegio di ascoltarlo, come il più grande cantante a tenore di ogni tempo. Pensa sia giusto che questi patrimoni di cultura venga tutelati e proposti alle future generazioni?
P.N. Certo, e' giusto che questi patrimoni vengano tutelati e tramandati ai giovani!
M.O. La ringrazio tantissimo per la sua disponibilità e gentilezza e mi auguro che nasca un movimento di persone che voglia aderire alla nostra iniziativa volta a rendere il giusto tributo ed omaggio a figure come quella del maestro Petreddu Nanu ed il tenore di Lodé.
La pubblicazione di questo articolo e l’intervista relativa sono state autorizzate dalla Sig.ra Piera Nanu che ringrazio tantissimo, inoltre esprimo profonda gratitudine alla Sig.ra Rosa Nanu, figlia di Giovanni Nanu che era l’autista del tenore di Lodè. La Sig.ra Rosa si è gentilmente prodigata per stabilire un contatto tra lo scrivente e la Sig.ra Piera. Sono rimasto colpito dalla gentilezza, disponibilità e semplicità di queste donne che si sono adoperate per aiutarmi in questa iniziativa. Colgo occasione per salutare con affetto Piera, Rosa e le rispettive famiglie.
M.O. Lei è la figlia del maestro Petreddu Nanu, è a conoscenza che suo papà, nonostante siano trascorsi svariati anni dalla morte è tutt’ora considerato il più grande cantante a tenore che si sia mai esibito in Sardegna?
P.N. Si, ho potuto leggere qualcosa in vari articoli dedicati a lui o nella festa paesana, quando il presentatore di turno o il tenore ospite, ricordavano mio padre come una delle voci più belle che siano esistite.
M.O. Durante gli spostamenti che portavano il tenore di Lodè in giro per la Sardegna ha mai potuto seguire suo papà?
P.N. No purtroppo, la famiglia non lo mai potuto seguire, forse a causa degli orari che portavano mio padre a trascorrere intere notti fuori.
M.O. Che impressione le faceva ascoltare la splendida voce del maestro quando si esibiva col suo gruppo?
P.N. Fin da bambina, quando si esibiva nel palco del nostro paese, mi emozionavo tantissimo e per non mettermi a piangere davanti a tutti scappavo. Anche oggi quando ascolto i suoi cd e' sempre un emozione indescrivibile.
M.O. Quando suo papà era a casa amava cantare in solitudine?
P.N. Che io ricordi, ogni tanto lo sentivo cantare a bassa voce, forse per ricordare qualche canzone.
M.O. Ha qualche ricordo particolare del maestro legato alla carriera di cantante a tenore?
P.N. Non e' un mio ricordo, ma quello di un suo amico, mi racconto' di una loro uscita ad una festa, non ricordo il paese, mio padre non si era mai esibito in pubblico ed i compagni lo convinsero a salire sul palco, come succede nelle piazze c'era un gran baccano che di colpo cesso' quando mio padre accenno' la prima strofa. Il suo amico giuro' che in quella piazza non si senti' una mosca volare, la gente era rapita da quella voce tanto che lo fecero cantare non so per quanto tempo.
M.O Ci descrive in breve la figura del maestro nella quotidianità della sua esistenza?
P.N. Mio padre era un uomo semplice, un marito ed un padre amorevole, un amico umile e disponibile, le sue giornate le dedicava alle cose che amava, come la famiglia, il suo lavoro, gli amici ed il canto nel quale metteva tutta la sua passione.
M.O Ad ormai svariati anni dalla morte del maestro pensa che la sua figura e quella del gruppo siano state sufficientemente tutelate dalle istituzioni?
P.N. No purtroppo!
M.O. Sono sorte delle iniziative per ricordare la figura di suo papà e del tenore di Lode?
P.N. Il comune di Lode', con la collaborazione della pro loco, avevano organizzato per 3 anni consecutivi dei memorial ai quali parteciparonno molti tenores.
M.O. Suo papà gode tutt’ora, nella nostra isola, di grandissima fama ed è considerato dalla maggior parte delle persone che anno avuto il privilegio di ascoltarlo, come il più grande cantante a tenore di ogni tempo. Pensa sia giusto che questi patrimoni di cultura venga tutelati e proposti alle future generazioni?
P.N. Certo, e' giusto che questi patrimoni vengano tutelati e tramandati ai giovani!
M.O. La ringrazio tantissimo per la sua disponibilità e gentilezza e mi auguro che nasca un movimento di persone che voglia aderire alla nostra iniziativa volta a rendere il giusto tributo ed omaggio a figure come quella del maestro Petreddu Nanu ed il tenore di Lodé.
La pubblicazione di questo articolo e l’intervista relativa sono state autorizzate dalla Sig.ra Piera Nanu che ringrazio tantissimo, inoltre esprimo profonda gratitudine alla Sig.ra Rosa Nanu, figlia di Giovanni Nanu che era l’autista del tenore di Lodè. La Sig.ra Rosa si è gentilmente prodigata per stabilire un contatto tra lo scrivente e la Sig.ra Piera. Sono rimasto colpito dalla gentilezza, disponibilità e semplicità di queste donne che si sono adoperate per aiutarmi in questa iniziativa. Colgo occasione per salutare con affetto Piera, Rosa e le rispettive famiglie.
Un sincero grazie dal profondo del cuore!
Mariano Ortu