24-11-2012, 09:27
Il periodo in cui s’attende la nascita di Nostro Signore è prolifico di percezioni profonde e suadenti che si sovrappongono in una giocosa danza che vezzeggia lo spirito in un’estasi di quiete melodiosa. E’ appagante ricercare quei valori reconditi che la Natività erge a custodia di una cristianità spossata da perniciose penetrazioni a cagione di un laicismo sedotto dai mendaci ammiccamenti di un multiculturalismo i cui proseliti disciolgono nei vezzi di ammaestramenti che giungono da terre lontane: fascinose tentazioni dai risvolti tendenziosi che sovente esortano all’abiura.
Sia dunque missione di ogni cristiano tutelare e perpetuare la tradizione Natalizia, nei dogmi che la caratterizzano e nella temperanza intellettuale che da sempre tratteggia la sacralità di un evento dalle peculiarità straordinarie.
Ogni paese, contrada e casa, vive la tradizione secondo consumate usualità che addivengono ad un compimento preparatorio nella costruzione del presepe. La rappresentazione della Natività custodisce, durante il periodo dell’Avvento, la spiritualità di chi s’adopera con fede e gioia all’edificazione dello scenario sacro. Ogni presepe è gradevole ad osservarsi nella propria sacra teatralità, ma ben pochi posseggono ed innalzano le peculiarità spirituali di chi li costruisce. Come del resto pochissimi individui godono dell’emotività quasi mistica indispensabile a cogliere queste meravigliose percezioni!
Prerogativa di chi non ha smarrito lungo la via l’ingenua fanciullezza affidata in dote ad ogni essere umano!
La visione edonistica del Natale distrae la meditazione interiore nelle seduzioni fallaci di un consumismo immorale che accondiscende il rigurgito coscienziale di chi conferisce alla Santa Festa il valore di una gita fuori porta: ritrovarsi in saturnali consumati ed offerti ad un politeismo che attinge a piene mani da un processo di secolarizzazione impietosamente consegnato all’iniquo lavacro della storia.
Ma vi è chi, al cospetto di una ritualità così intensa e sacra, si compiace in raccoglimento e deferenza, nella gaiezza dell’evento. La spiritualità di queste persone diviene quindi parte insita del presepe e riverbera in un alone mistico che palpita giocoso nell’ambiente ove la rappresentazione s’adagia. L’aria vibra di energia straordinaria che vezzeggia dolcemente l’animo nelle suggestioni del periodo e nel magnetismo spirituale di chi ha edificato il presepe. E’ meraviglioso respirare questa magica atmosfera contemplando lo scenario sacro edificato nelle case della povera gente.
Schietta, generosa, di grande dignità, che vive in letizia i godimenti del focolare in una dimensione di trascendenza e semplicità. Gustare un sorso di vino in buona verve seduti davanti al caminetto a raccontar novelle o d’altro ancor favellare. Col fumo dei comignoli e le scintille del fuoco bello, quante liete storie s’innalzano verso il cielo a delizia di Nostro Signore.
Tutto ciò si coglie nel sostare al cospetto dei presepi che queste case illuminano nel periodo di Natale. A differenza di tanti altri ammirati, il presepe della gente semplice trasmette nel cuore una dolcissima sensazione di pace. Cantico d’angeli inviati dal Divino che nelle case degli umili si compiace, allietando coloro che vi abitano o s’attardano all’uscio in rispettosa attesa. Dimora che rigurgita di gradevole e delicata fragranza traboccante in liete seduzioni che si perdono nella scia luminosa di una stella cometa!
Quanto caro m’è l’innocente distacco dal materialismo che alberga nel cuore dell’essere umano. Fervido sentimento che libra in una dimensione ove non è spazio e tempo.
Parmi cuor di fanciullo che novelle narra in un soffio divino mosso dal vento e nell’incantata notte coro d’angeli annuncia la nascita di Nostro Signore. Girotondo fatato che di luce ammanta la terra e in una dolce filastrocca lo spirito appaga ed il cuore allieta, figli di un bellissimo sogno
Se il presepe urta la vostra suscettibilità...girate la faccia da un'altra parte!
Sia dunque missione di ogni cristiano tutelare e perpetuare la tradizione Natalizia, nei dogmi che la caratterizzano e nella temperanza intellettuale che da sempre tratteggia la sacralità di un evento dalle peculiarità straordinarie.
Ogni paese, contrada e casa, vive la tradizione secondo consumate usualità che addivengono ad un compimento preparatorio nella costruzione del presepe. La rappresentazione della Natività custodisce, durante il periodo dell’Avvento, la spiritualità di chi s’adopera con fede e gioia all’edificazione dello scenario sacro. Ogni presepe è gradevole ad osservarsi nella propria sacra teatralità, ma ben pochi posseggono ed innalzano le peculiarità spirituali di chi li costruisce. Come del resto pochissimi individui godono dell’emotività quasi mistica indispensabile a cogliere queste meravigliose percezioni!
Prerogativa di chi non ha smarrito lungo la via l’ingenua fanciullezza affidata in dote ad ogni essere umano!
La visione edonistica del Natale distrae la meditazione interiore nelle seduzioni fallaci di un consumismo immorale che accondiscende il rigurgito coscienziale di chi conferisce alla Santa Festa il valore di una gita fuori porta: ritrovarsi in saturnali consumati ed offerti ad un politeismo che attinge a piene mani da un processo di secolarizzazione impietosamente consegnato all’iniquo lavacro della storia.
Ma vi è chi, al cospetto di una ritualità così intensa e sacra, si compiace in raccoglimento e deferenza, nella gaiezza dell’evento. La spiritualità di queste persone diviene quindi parte insita del presepe e riverbera in un alone mistico che palpita giocoso nell’ambiente ove la rappresentazione s’adagia. L’aria vibra di energia straordinaria che vezzeggia dolcemente l’animo nelle suggestioni del periodo e nel magnetismo spirituale di chi ha edificato il presepe. E’ meraviglioso respirare questa magica atmosfera contemplando lo scenario sacro edificato nelle case della povera gente.
Schietta, generosa, di grande dignità, che vive in letizia i godimenti del focolare in una dimensione di trascendenza e semplicità. Gustare un sorso di vino in buona verve seduti davanti al caminetto a raccontar novelle o d’altro ancor favellare. Col fumo dei comignoli e le scintille del fuoco bello, quante liete storie s’innalzano verso il cielo a delizia di Nostro Signore.
Tutto ciò si coglie nel sostare al cospetto dei presepi che queste case illuminano nel periodo di Natale. A differenza di tanti altri ammirati, il presepe della gente semplice trasmette nel cuore una dolcissima sensazione di pace. Cantico d’angeli inviati dal Divino che nelle case degli umili si compiace, allietando coloro che vi abitano o s’attardano all’uscio in rispettosa attesa. Dimora che rigurgita di gradevole e delicata fragranza traboccante in liete seduzioni che si perdono nella scia luminosa di una stella cometa!
Quanto caro m’è l’innocente distacco dal materialismo che alberga nel cuore dell’essere umano. Fervido sentimento che libra in una dimensione ove non è spazio e tempo.
Parmi cuor di fanciullo che novelle narra in un soffio divino mosso dal vento e nell’incantata notte coro d’angeli annuncia la nascita di Nostro Signore. Girotondo fatato che di luce ammanta la terra e in una dolce filastrocca lo spirito appaga ed il cuore allieta, figli di un bellissimo sogno
Se il presepe urta la vostra suscettibilità...girate la faccia da un'altra parte!