Questo forum utilizza i cookies
Questo forum fa uso di cookie per memorizzare le informazioni di login se sei registrato, e la tua ultima visita se non lo sei. I cookie sono brevi documenti di testo memorizzati sul tuo computer; i cookie impostati dal forum possono essere utilizzati solo su questo sito e senza rischi per la sicurezza. I cookie su questo forum possono anche monitorare gli argomenti specifici che hai letto e quando li hai letti. Si prega di confermare se si accettano o si rifiutano le impostazioni di questi cookie.

Un cookie viene memorizzato nel browser indipendentemente dalla scelta agita per evitare che sia ripetuta ancora una volta la domanda. Sarai in grado di modificare le impostazioni dei cookie in qualsiasi momento utilizzando il link a piè di pagina


La signora del fuoco.
#1
L'incontro con la Dea
Talvolta accade, inoltrandosi nel fitto bosco che maestoso adorna la montagna del paesello, di addentrarsi in una radura dove trovano posto magnifici alberi con strani frutti nei rami sospesi, succosi e dolci, tra rigogliosi cespugli ricchi di bacche dal dolce sapore. Una piccola baita si trova in quel luogo, fatta di legno, con accanto una fonte che d’acqua gorgheggia in lieta frescura. In ogni stagione di verde gli alberi son sempre adornati, ed i frutti e le bacche abbondano ancora, anche se neve forte sferza la bella radura. Un filo di fumo s’innalza nel cielo da un comignolo stretto che nel piccolo tetto altero troneggia, bello a vedersi, col suo cappellino che ancor più grazioso fa il fumaiolo. Vi è gente là dentro che la fiamma ristora e, sicuro, il giaciglio scalda la notte. Così m’apparve, una volta per prima, quel luogo d’incanto.

Vi è fuori una donna, bella slanciata, che lesta raccoglie i rami dal suolo, così li accatasta sull’agili braccia e con grazia si muove nell’erba novella. Nera una chioma le spalle ricopre ed occhi marroni fan bello il suo viso, bronzea è la pelle che liscia si spande in quel corpo gentile.

“A te porgo saluto, o donna, che di questa radura sei la regina. Chi sei dunque che nella valle sola dimori e gli animali del bosco ti fanno moina?".

“Saluto ti porgo, o straniero, che nella radura giungi col cuore ingombro di pena, vuoi forse del bosco i frutti godere ed alla fiamma scaldare dolente il tuo corpo?

Così ella rispose ed ancor mi apprestai lesto nel rifugio seguire, affinché curioso dei quesiti trovassi risposta. Della donna notai come braci ardenti nell’agili mani sostavano alquanto ed allora mossi parola.

“Perché, o creatura, che del mio cuore ambasce tè nota, ardente la brace nelle tue dita dolor non cagiona?”.

“Del fuoco io son la signora ed ancor più, in questa valle, regno sovrana. Chi sei tu che concesso al mio cospetto t’è dato sostare? Forse sei dei mortali l’araldo o ancora gli Dei ti han dato favore?”.

“Niente di questo, della valle o regina, in questo luogo fato mi colse e da te attendo parola che del mio cuore conosci il tormento”.

“Se degli Dei non sei prediletto e dei mortali  drappo non porti, forse il fato in grembo ti culla e per questo dei tuoi quesiti mi farò uditrice. Dunque cosa vuoi da me che del fuoco sono signora? Forse sapere perché il tuo dolore mi è noto, o forse capire perché dell’ardente brace le mie dita sono padrone? Sappi o mortale che al mio cospetto ti è concesso sostare, che quanto cuor t’ingombra altro non è che dei tuoi fratelli l’ardire e che, solamente chi, dell’ammonimento divino, ha fatto in cuor suo giaciglio, forse troverà il giusto ristoro”

Così parlò la Signora del fuoco ed io, ogni volta che mi addentro in quella valle, sempre ricordo quella bella creatura slanciata, che lesta raccoglie i rami dal suolo, così li accatasta sull’agili braccia e con grazia si muove nell’erba novella. Nera una chioma le spalle ricopre ed occhi marroni fan bello il suo viso, bronzea è la pelle che liscia si spande in quel corpo gentile.

Un caro saluto dalla terra dei nuraghi!
#2
Ciao Mariano,
adesso capisco perché non ti vuoi spostare dal tuo paese, avessimo a Sassari dei posti come quello che descrivi. Siamo pieni di antenne, bus, auto e smog. Mi piacerebbe un posto dove sognare come fate voi. Beati e fortunati.
Da quel di Sassari un Mario depresso
#3
Ciao Mariano, molto bella davvero questa esposizione. Complimenti, a Bolotana siete ottimi programmatori e bravissimi poeti. Vedi Pupuzone in lingua sarda. Sono molto belli anche questi racconti, la vostra montagna vi ispira molto, Ortakis, una piana meravigliosa e poco valorizzata. Ogni tanto ci vado in estate a prendere il fresco. Wink
#4
Ritorno alla valle
Finalmente Autunno è giunto nella valle che molto il sole ha riarso e così il sentiero più non trovavo poiché luogo mi parve diverso quando il sole gagliardo si fece nel cielo. E’ bella uguale sotto i raggi di fuoco la radura incantata e frescura tanta nel bosco riversa, lassù nel sentiero all’imbocco, dove la brezza il volto vezzeggia quando a nord il viandante getta lo sguardo.

Eppure in quel tempo trovare la via che giunge alla valle a me non è dato, forse perché, quando calda diviene l’acqua del mare, letizia poca mi porto nel cuore. Ma adesso che la terra è bagnata e molto le nuvole coprono il cielo, finalmente intravedo la strada che alla baita conduce, laddove… vi è fuori una donna, bella slanciata, che lesta raccoglie i rami dal suolo, così li accatasta sull’agili braccia e con grazia si muove nell’erba novella. Nera una chioma le spalle ricopre ed occhi marroni fan bello il suo viso, bronzea è la pelle che liscia si spande in quel corpo gentile.

“Infine al tuo cospetto, Signora del fuoco, che della valle sei la regina, come viandante che cerca l’anfratto quando tempesta per strada lo coglie, così per me bramato è l’incontro. Tra gli alberi i giochi di luce che nel tuo volto paiono guizzi ancor più bella ti fanno a vedere, così vicina, creatura immortale che in questa radura regni da sempre!”

“Bentornato mortale che quando il sole è rovente nel cielo e calda diventa l’acqua del mare non più intravedi il sentiero che in questa dimora conduce. Hai perso ormai il tempo di far bronzea la pelle e non più, degli anni gagliardi, la dolce allegria cuor ti ravviva, forse per questo non trovi la strada e attendi che ancora giunga l’Autunno. Non t’importava allora lo scivolar del tempo poiché con gli dei a mensa sedevi, nella magione dorata dove i mortali non hanno le rughe e saggezza poco li muove. Forse allora ai raggi cocenti bada non davi, altra pena cuor t’ingombrava pascendo altero la tua giovinezza!

Così adesso parla la signora del fuoco e con un cenno nella baita mi offre ricetto, accanto al camino che i ceppi consuma in una vivida fiamma. Una morbida pelle ricopre la stanza, bianca, con macchie marroni che stanno nel mezzo, caldo infonde il morbido vello, intenso, con mano a toccarlo.

Accanto mi siede la dea e adesso la brace muove nel fuoco, la tenta sull’agili dita senza che il fuoco le causi dolore, tutt’altro, nelle sue mani, gli ardenti tizzoni ancor più son luminosi. Ravviva la fiamma la Signora del fuoco, solo a toccarla, con mano veloce, la palpa come in un gioco ed ancor più brilla al contatto.

“Ti onoro regina che nella tua casa mi accogli a godere il tepore del tuo focolare, l’oracolo che in te parla dice sagge parole e così narra della magione dove ai mortali i capelli non divengono bianchi e sapienza poco li scuote. Tempo fugace laddove chimera appare sembiante, ma tu regina sai bene che anche allora gran pena mi diede trovare la strada e sempre il sentiero ho seguito affinché nella tua dimora trovassi giaciglio!”

Adesso sorride la signora del fuoco e lesta muove la brace, la tenta, qua e la, e gli ardenti tizzoni son più luminosi. Sorriso dolce che ancor più bella la rende a vedersi e così pronuncia parole:

“Per questo, o mortale, ti è concesso nella mia dimora sostare, a godere del camino la fiamma e nella pelle bianca fare giaciglio. Non solo della valle sono regina ma anche nel tuo cuore regno sovrana e per questo ti è dato seguire il sentiero quando la terra è bagnata e molto le nuvole coprono il cielo.
Giorno verrà che non Autunno sarà la tua attesa e allora per sempre con me della valle i doni godrai e del fuoco diverrai signore, non più mortale sulla terra errabondo. Gli animali del bosco ti faranno moina e coglierai i frutti succosi che anche in inverno, quando il vento impetuoso fischia tra i rami, abbondano molto. Giaciglio sarà la morbida pelle che ricopre la stanza, bianca, con macchie marroni che stanno nel mezzo, caldo infonde il morbido vello, intenso, con mano a toccarlo!”
A Titti...la Signora del fuoco!
#5
Ciao Mariano, decisamente molto più intensa di quella introduttiva, davvero molto ben fatta. Questa esposizione racconta molte cose…e poi la dedica finale! Big GrinAngel
Ciao alla prossima
#6
Ciao a tutti, sono totalmente e completamente d'accordo con Exidos, i rimandi alla giovinezza sono molto evidenti. Non è facile capire il significato nel suo complesso, comunque l'atmosfera è quella del bosco e delle sue creature. Niente male. Evidentemente questa signora del fuoco esiste davvero...magari con un altro nome! Dodgy
Ciao a presto
#7
Ciao a tutti, dvvero molto intensa e bella, migliore della parte introduttiva. La dedica finale dice tante cose e fa capire meglio i contenuti, anche se misteriosi..!
Ciao a presto Big Grin
#8
Ciao, queste narrazioni poetiche mi stanno appassionando. Shy
#9
Salve a tutti, mi piacerebbe leggere un seguito per questa appassionante narrazione, una favola moderna in un bosco incantato.
Ciao Wink
#10
Salve a tutti, sono d'accordo con Delina, mi piacerebbe leggere un seguito, la storia è appassionante e molto ben scritta. Speriamo abbia un lieto fine, magari romantico. Le premesse ci sono tutte. WinkDodgy
Ciao


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)