06-03-2013, 18:35
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-03-2013, 18:52 {2} da Mariano.)
Nella valle incantata
Passeggiar m’è lieto in questo bosco d’incanto che paesaggio maestoso spinge fin dove occhio giunge ed ancor più in là ove belli l’alberi suntuosa han fatto la veste. Si dice lassù vi è bello un rifugio che di legno porta le assi, forti e spesse su pareti intarsiate che del tepore son culla, finestre basse che di luce la stanza fan bella quando ancor giovane è il giorno e di notte, dai vetri, luminose le stelle fan capolino.
Un camino vi è posto nella stanza sul lato, di pietra abbellito, largo di bocca che ceppi consuma a scaldar chi attorno s’adagia nel lieto sostare. In notti d’inverno, quando alta brilla di luce bianca la luna, pennacchi di fumo s’ergono al cielo e musica dolce s’ode nell’aria, vento freddo giunge da nord e sferza con forza dell’alberi i rami, sibilando con fischio acuto che d’uccello pare richiamo.
Scalpitar di cavalli s’avverte, forse lassù in cima, dove alto è il colle ed il cielo, bardato di stelle, magia desta in questa notte fatata. Figure maestose sul pendio intravedo, di cavalieri che non in questa terra han dimora ma d’altro mondo son figli e adesso quaggiù il drappello muove.
Argentea armatura che da largo scintilla con l’elmo dorato che il capo ricopre, pesante la spada sul fianco s’adorna forte di lama che roccia frantuma, la costoro potenza nell’aria rimbomba come saetta che in cielo diffonde.
Vicino al rifugio in cerchio son posti, aperti nel mezzo e adesso, dal bosco, giunge di beltà un gruppo che tra i cavalli muove e del rifugio, con piè lesto, l’agio si gode. Creature di luce vestite coi capelli che lunghi ammantano il corpo, l’occhi hanno di smeraldo il colore e parmi non siano di donna il travaglio poiché al vento fanno moina e del freddo, che intenso le avvolge, di loro niuna si cura.
Con l’animali, che a piè loro fanno mitezza, in comune hanno il verbo e di stelle una scia sul cammino le segue forte di luce sul morbido passo che agile inoltra nello stretto sentiero.
Di loro la prima, in mano tenuto, reca grande di papiro un involto con nastro dorato che agli estremi lo cinge ed un grande sigillo nel mezzo lo chiude. All’incedere suo, dei cavalieri fremito molto scuote la cerchia e le spade alto levano in cielo a che grande sia del drappello l’ossequio.
Anche l’ultima il rifugio guadagna e così la cerchia attorno s’è chiusa poiché dei guerrieri la veglia comincia...
Un camino vi è posto nella stanza sul lato, di pietra abbellito, largo di bocca che ceppi consuma a scaldar chi attorno s’adagia nel lieto sostare. In notti d’inverno, quando alta brilla di luce bianca la luna, pennacchi di fumo s’ergono al cielo e musica dolce s’ode nell’aria, vento freddo giunge da nord e sferza con forza dell’alberi i rami, sibilando con fischio acuto che d’uccello pare richiamo.
Scalpitar di cavalli s’avverte, forse lassù in cima, dove alto è il colle ed il cielo, bardato di stelle, magia desta in questa notte fatata. Figure maestose sul pendio intravedo, di cavalieri che non in questa terra han dimora ma d’altro mondo son figli e adesso quaggiù il drappello muove.
Argentea armatura che da largo scintilla con l’elmo dorato che il capo ricopre, pesante la spada sul fianco s’adorna forte di lama che roccia frantuma, la costoro potenza nell’aria rimbomba come saetta che in cielo diffonde.
Vicino al rifugio in cerchio son posti, aperti nel mezzo e adesso, dal bosco, giunge di beltà un gruppo che tra i cavalli muove e del rifugio, con piè lesto, l’agio si gode. Creature di luce vestite coi capelli che lunghi ammantano il corpo, l’occhi hanno di smeraldo il colore e parmi non siano di donna il travaglio poiché al vento fanno moina e del freddo, che intenso le avvolge, di loro niuna si cura.
Con l’animali, che a piè loro fanno mitezza, in comune hanno il verbo e di stelle una scia sul cammino le segue forte di luce sul morbido passo che agile inoltra nello stretto sentiero.
Di loro la prima, in mano tenuto, reca grande di papiro un involto con nastro dorato che agli estremi lo cinge ed un grande sigillo nel mezzo lo chiude. All’incedere suo, dei cavalieri fremito molto scuote la cerchia e le spade alto levano in cielo a che grande sia del drappello l’ossequio.
Anche l’ultima il rifugio guadagna e così la cerchia attorno s’è chiusa poiché dei guerrieri la veglia comincia...