03-08-2012, 11:42
Tutti i fenomeni di natura umana transitano in un ciclo comprendente un inizio ed una fine, siano essi legati all’esistenza oppure a ciò che durante questo percorso si compie in opere ed altro. Se non si percepisce questa durissima ed altrettanto sacrosanta legge non scritta, il rischio è di venire travolti dal crepuscolo del proprio percorso terreno o dalla parabola discendente in merito a quanto si è rappresentato in un determinato periodo della propria vita.
Ancor peggio se, nell’ultimo caso citato, sono i media a creare i personaggi da innalzare ai bagliori della cronaca per via delle loro imprese sportive ed altro.
Il meccanismo è ben noto, pertanto è superfluo spiegarne il mendace e perverso andamento che confina i protagonisti all’interno una dimensione aleatoria legata ai fiumi di inchiostro riversati per decantarne peculiarità e valenza. Chiaramente la notorietà ben si sposa con tutta una serie di benefit ai quali, però, successivamente bisogna pagare dazio. Si vedano in merito i vari fracassoni ed altro che, pomposamente, vengono definiti “stelle del rock”, oppure le cosiddette “dive del cinema” ed ancor più rimpolpando.
Questi signori sono il classico prodotto di un congegno scellerato preposto allo smercio di porcherie che il popolino bue paga oltretutto a peso d’oro. Fintanto che il giochino permane questi individui vivono all’interno di una magione dorata convincendosi che è concesso loro sedere a mensa con gli dei.
Sicuramente di queste cose poco ci importa, però, quando a gustare l’amaro calice sono degli atleti che dovrebbero rappresentare il nostro paese, il discorso impone una riflessione. Come sopra accennato è fisiologico il declino di ogni fenomeno, ma quando ciò accade e ci si attesta in un deplorevole contegno volto a trasformare gli affini nel bacile ove gettare le nostre croniche manchevolezze, siamo al cospetto di personaggi sicuramente in deficit caratteriale.
Signori nuotatori della nazionale italiana, avete sguazzato per anni, oltre che nelle piscine di mezzo mondo, nelle auree stanze dell’Olimpo. Ci avete fatto due maroni così con le vostre belle storie di gossip, danaro facile, notorietà ed un pacco di fatuità che di più ti lesioni il menisco. Adesso che la festa è giunta al termine siate almeno dignitosi, prendete atto che nel mondo contate come il due a briscola e tornatevene a casa in silenzio.
L’indegna gazzarra che vi ha colti a caccia di presunti colpevoli ai quali ascrivere il vostro tracollo è quanto di peggio potevate offrire.
Abbiate il pudore di tacere e prendere atto che la bazza dimora altrove. Vi aspetta un futuro di lavoro e anonimato, ma non crucciatevene, noi comuni mortali viviamo in tal modo da sempre. Un’ultimissima constatazione: anche quando credevate di camminare sulle acque siete stati i mesti porgitori di un pessimo paradigma etico!
Ancor peggio se, nell’ultimo caso citato, sono i media a creare i personaggi da innalzare ai bagliori della cronaca per via delle loro imprese sportive ed altro.
Il meccanismo è ben noto, pertanto è superfluo spiegarne il mendace e perverso andamento che confina i protagonisti all’interno una dimensione aleatoria legata ai fiumi di inchiostro riversati per decantarne peculiarità e valenza. Chiaramente la notorietà ben si sposa con tutta una serie di benefit ai quali, però, successivamente bisogna pagare dazio. Si vedano in merito i vari fracassoni ed altro che, pomposamente, vengono definiti “stelle del rock”, oppure le cosiddette “dive del cinema” ed ancor più rimpolpando.
Questi signori sono il classico prodotto di un congegno scellerato preposto allo smercio di porcherie che il popolino bue paga oltretutto a peso d’oro. Fintanto che il giochino permane questi individui vivono all’interno di una magione dorata convincendosi che è concesso loro sedere a mensa con gli dei.
Sicuramente di queste cose poco ci importa, però, quando a gustare l’amaro calice sono degli atleti che dovrebbero rappresentare il nostro paese, il discorso impone una riflessione. Come sopra accennato è fisiologico il declino di ogni fenomeno, ma quando ciò accade e ci si attesta in un deplorevole contegno volto a trasformare gli affini nel bacile ove gettare le nostre croniche manchevolezze, siamo al cospetto di personaggi sicuramente in deficit caratteriale.
Signori nuotatori della nazionale italiana, avete sguazzato per anni, oltre che nelle piscine di mezzo mondo, nelle auree stanze dell’Olimpo. Ci avete fatto due maroni così con le vostre belle storie di gossip, danaro facile, notorietà ed un pacco di fatuità che di più ti lesioni il menisco. Adesso che la festa è giunta al termine siate almeno dignitosi, prendete atto che nel mondo contate come il due a briscola e tornatevene a casa in silenzio.
L’indegna gazzarra che vi ha colti a caccia di presunti colpevoli ai quali ascrivere il vostro tracollo è quanto di peggio potevate offrire.
Abbiate il pudore di tacere e prendere atto che la bazza dimora altrove. Vi aspetta un futuro di lavoro e anonimato, ma non crucciatevene, noi comuni mortali viviamo in tal modo da sempre. Un’ultimissima constatazione: anche quando credevate di camminare sulle acque siete stati i mesti porgitori di un pessimo paradigma etico!