08-05-2014, 17:52
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-05-2014, 10:53 {2} da Mariano.)
Ortakis è un’incantevole località situata a mille metri d’altezza nella montagna di Bolotana. Un magnifico bosco circonda l’altopiano dove in estate si raduna umanità che crogiola gioiosa alla frescura prodigalmente elargita dal fatato luogo. Alberi maestosi cingono stupende conche, corollario alla grande distesa, formando così un piacevole lembo che occhio strizza alle pianure sottostanti.
Crocevia da sempre di genti che vivono nelle province limitrofe, Ortakis ha visto stampar vestigio da manipoli variegati d’individui, viandanti notturni con masserizie a carico ed animali al giogo, di questi talvolta non coincide il marchio, altri schioppo in spalla e garretti ben oliati a spinger su per il pendio compagni di cordata riluttanti e poco entusiasti.
Accade che ci si rechi dov’è possibile accendere un fuoco ed attorniarsi al desco, ancor meglio se tra i commensali accosta chi di casato spicca per nobiltà e potenza: a loro voglia banchettano come conviene, grandi parti di visceri e carni, vino mesciuto copioso affinché accoglienza lavacro sia della coscienza in fallo e così taciuto della piaggeria il latrar tedioso.
Sovente la magnificenza di questo luogo funge da specchietto per le allodole enfaticamente proposto da imbonitori sempre pronti ad immolarsi per il bene della collettività. Chi vi gode appezzamenti custodisce il posseduto marcando il territorio con gli umori della vescica, alla stregua dei felini, mai nume voglia che viandante approdi agli orinati lembi: energicamente verrà edotto su chi in loco regna e di contumelie fatto oggetto, imperituro monito affinché non abbia a ripetersi il deprecato agire!
Benevola montagna che tutti accudisce, soprattutto chi dimesso ad essa si pone ed ascolta la voce del vento che acuto sibila tra i frondosi rami e le verdi lande dove maestoso troneggia il nuraghe. Quante storie all’orecchio giungono, di una terra che dai pastori non è posseduta, né dai contadini che l’aratro spingono forte e solchi profondi tracciano nel pingue suolo, ma tutto vi cresce seppure d’uomini è vuota.
E’ questa la terra della Signora del fuoco, dell’Uomo della montagna, laddove ai mortali non è concesso l’ingresso. Ortakis è la porta di un magico mondo che può essere intravisto solamente in alcuni periodi dell’anno e da chi degli antenati sussurro accoglie. Gli Dei vi fanno convegno con ninfe dai lunghi capelli ed occhi che hanno il colore del mare, si narra di templi grandiosi, dimora splendente, con alte colonne ben cesellate e troni di pietra in cerchio disposti: tredici di numero come i saggi che dentro han fatto simposio e ai numi offrono doni accettevoli.
Terra incantata che sempre pioggia la bagna e quando molto neve la sferza gli alberi rimangono verdi, nutrice di bovi e capre selvatiche che corrono sole le cime dei monti dove l’erba è più grassa e l’acqua guazza abbondante.
In alcune notti d’inverno quando il vento spira da Nord e gli antenati si fanno di conta è possibile trovare la via che in quel luogo conduce, altre volte quando la calda stagione lascia posto alle piogge e in cielo s’ode il richiamo del falco, poco prima che il lume del sole si lasci morire!
Crocevia da sempre di genti che vivono nelle province limitrofe, Ortakis ha visto stampar vestigio da manipoli variegati d’individui, viandanti notturni con masserizie a carico ed animali al giogo, di questi talvolta non coincide il marchio, altri schioppo in spalla e garretti ben oliati a spinger su per il pendio compagni di cordata riluttanti e poco entusiasti.
Accade che ci si rechi dov’è possibile accendere un fuoco ed attorniarsi al desco, ancor meglio se tra i commensali accosta chi di casato spicca per nobiltà e potenza: a loro voglia banchettano come conviene, grandi parti di visceri e carni, vino mesciuto copioso affinché accoglienza lavacro sia della coscienza in fallo e così taciuto della piaggeria il latrar tedioso.
Sovente la magnificenza di questo luogo funge da specchietto per le allodole enfaticamente proposto da imbonitori sempre pronti ad immolarsi per il bene della collettività. Chi vi gode appezzamenti custodisce il posseduto marcando il territorio con gli umori della vescica, alla stregua dei felini, mai nume voglia che viandante approdi agli orinati lembi: energicamente verrà edotto su chi in loco regna e di contumelie fatto oggetto, imperituro monito affinché non abbia a ripetersi il deprecato agire!
Benevola montagna che tutti accudisce, soprattutto chi dimesso ad essa si pone ed ascolta la voce del vento che acuto sibila tra i frondosi rami e le verdi lande dove maestoso troneggia il nuraghe. Quante storie all’orecchio giungono, di una terra che dai pastori non è posseduta, né dai contadini che l’aratro spingono forte e solchi profondi tracciano nel pingue suolo, ma tutto vi cresce seppure d’uomini è vuota.
E’ questa la terra della Signora del fuoco, dell’Uomo della montagna, laddove ai mortali non è concesso l’ingresso. Ortakis è la porta di un magico mondo che può essere intravisto solamente in alcuni periodi dell’anno e da chi degli antenati sussurro accoglie. Gli Dei vi fanno convegno con ninfe dai lunghi capelli ed occhi che hanno il colore del mare, si narra di templi grandiosi, dimora splendente, con alte colonne ben cesellate e troni di pietra in cerchio disposti: tredici di numero come i saggi che dentro han fatto simposio e ai numi offrono doni accettevoli.
Terra incantata che sempre pioggia la bagna e quando molto neve la sferza gli alberi rimangono verdi, nutrice di bovi e capre selvatiche che corrono sole le cime dei monti dove l’erba è più grassa e l’acqua guazza abbondante.
In alcune notti d’inverno quando il vento spira da Nord e gli antenati si fanno di conta è possibile trovare la via che in quel luogo conduce, altre volte quando la calda stagione lascia posto alle piogge e in cielo s’ode il richiamo del falco, poco prima che il lume del sole si lasci morire!
![[Immagine: Ortakis_2.jpg]](http://www.sicurpas.it/images/foto/Ortakis_2.jpg)
Benvenuti nel bosco di Ortakis!