30-01-2013, 12:01
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-02-2013, 10:05 {2} da Mariano.)
E’ storia recente la sentenza di condanna definitiva comminata ad un signore che, enfaticamente, viene definito il re dei paparazzi. Appreso il verdetto lo sfigato corre ai ripari avventurandosi in una lunga fuga da qualcuno definita, avvinto dallo zelo, latitanza. Più che altro un rocambolesco ripiegamento a dorso di mulo o giù di lì, in un divenire tra serio e faceto che ben s’adatta al personaggio.
Non essendo chiaramente un malavitoso di spessore, ma una mezza burletta coi conigli nel cilindro, il ribaldo è stato velocemente aggiogato ai ceppi. Naturalmente l’eclatante arresto ha deflagrato nei vari tg dell’italica patria con l’impatto di una mina anticarro, che volete, il nostro suole, dal terrazzino della propria dimora, lanciare gli intimi indumenti su schiere plaudenti di fan in delirio. Giovanissime in larga misura, tant’è che per talune, saturare le narici con gli umori mascolini del belloccio, parrebbe produca un godurioso sussulto nelle mutande.
Come si possono ignorare le imprese di questo eroe dei nostri tempi? La fabbrica del nichilismo che ogni Domenica, dallo schermo tv, s’affanna a rintronare gli italiani in un valzer di giarrettiere e culetti birichini, poteva forse esimersi dal narrare le gesta del bel tenebroso?
Il malcapitato è stato proposto all’attenzione della gente con delle vistose manette che gli cingevano i polsi, in una cornice scenica proposta più volte, in tutte le salse, a far sì che lo spettatore rimanesse emotivamente coinvolto nella farsa.
A questo punto mi par d’uopo un quesito: il capitan fracassa in oggetto è una mezza cartuccia che ben si presta a questi penosi teatrini, ma è pur sempre un essere umano, forse molto meno indegno di tanti altri.
Dov’erano quei signori che, quando le manette costringono i politici ed i colletti bianchi gridano alla barbarie ed al giustizialismo? Nessun giornalista si è stracciato le vesti esternando il proprio sdegno. Niuno di quei delinquenti che domiciliano a Montecitorio ha pubblicamente espresso riprovazione nel vedere il discolo in costrizione come un mafioso.
Non vado oltre, poiché in questo sito vige una importantissima regola, e cioè quella di non sprecare fiato a disquisire di quella corporazione di fannulloni e cialtroni che albergano in parlamento, pertanto mi limito semplicemente a proporre una riflessione: i rubagalline non indignano!
Non essendo chiaramente un malavitoso di spessore, ma una mezza burletta coi conigli nel cilindro, il ribaldo è stato velocemente aggiogato ai ceppi. Naturalmente l’eclatante arresto ha deflagrato nei vari tg dell’italica patria con l’impatto di una mina anticarro, che volete, il nostro suole, dal terrazzino della propria dimora, lanciare gli intimi indumenti su schiere plaudenti di fan in delirio. Giovanissime in larga misura, tant’è che per talune, saturare le narici con gli umori mascolini del belloccio, parrebbe produca un godurioso sussulto nelle mutande.
Come si possono ignorare le imprese di questo eroe dei nostri tempi? La fabbrica del nichilismo che ogni Domenica, dallo schermo tv, s’affanna a rintronare gli italiani in un valzer di giarrettiere e culetti birichini, poteva forse esimersi dal narrare le gesta del bel tenebroso?
Il malcapitato è stato proposto all’attenzione della gente con delle vistose manette che gli cingevano i polsi, in una cornice scenica proposta più volte, in tutte le salse, a far sì che lo spettatore rimanesse emotivamente coinvolto nella farsa.
A questo punto mi par d’uopo un quesito: il capitan fracassa in oggetto è una mezza cartuccia che ben si presta a questi penosi teatrini, ma è pur sempre un essere umano, forse molto meno indegno di tanti altri.
Dov’erano quei signori che, quando le manette costringono i politici ed i colletti bianchi gridano alla barbarie ed al giustizialismo? Nessun giornalista si è stracciato le vesti esternando il proprio sdegno. Niuno di quei delinquenti che domiciliano a Montecitorio ha pubblicamente espresso riprovazione nel vedere il discolo in costrizione come un mafioso.
Non vado oltre, poiché in questo sito vige una importantissima regola, e cioè quella di non sprecare fiato a disquisire di quella corporazione di fannulloni e cialtroni che albergano in parlamento, pertanto mi limito semplicemente a proporre una riflessione: i rubagalline non indignano!
Un caro saluto dalla terra dei nuraghi!