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Capire la nostra memoria
#1
Definire in modo chiaro e con dovizia di particolari, la memoria, non è semplice, tanto è stato scritto, senza contare le infinite discussioni, d’altronde essa è strettamente correlata ad un altro processo che è il tirocinio. Come già spiegato nel corso di questi articoli, senza la memoria sarebbe impossibile vivere poiché non si è in grado di archiviare le informazioni acquisite ed utilizzare successivamente.

Possiamo ragionevolmente affermare che la memoria è un condensato di percezioni, impressioni, elaborazioni, esperienze soggettive, ma non è affezione, volontà e logica. Sicuramente un contenitore “neutro” in grado di archiviare permanentemente le informazioni del presente, elaborarle come passato ed utilizzarle per il futuro. Il tirocinio invece può essere considerato alla stregua di un processo all’interno del quale il comportamento dell’individuo si modifica stabilmente per mezzo delle esperienze accumulate. Osserviamo adesso le peculiarità della memoria in un contesto evocativo che molto combacia alla realtà:

La memoria è in grado di agire selettivamente
Non si può valutare la memoria in relazione alla durata del ricordo o alla frequenza del suo richiamo, bensì alle funzioni selettive che la caratterizzano. Queste sono numerose e variano in base ad interesse, stato d’animo, sensibilità personale. Freud in proposito suggerisce un principio molto interessante che dovrebbe agire e sorreggere la selettività della memoria: “Dimentichiamo perché vogliamo dimenticare”. Questo significa che l’oblio conviene poiché si evolve in una forma di conservazione inconscia che permette alla mente di raggiungere un equilibrio stabile e duraturo.

La memoria è molto più efficace se associata a degli schemi
La memoria è stimolata da spazio, tempo, contrasto e somiglianza, infatti nuove esperienze e conoscenze vengono assimilate ed associate alle medesime già archiviate. Individuare con esattezza quale settore della nostra mente possa essere messo in relazione alle informazioni da acquisire costituisce il miglior modo di creare associazioni schematiche.

[Immagine: Schema5.jpg]

Le qualità innate possono essere adoperate molto meglio
Svariati psicologi affermano che le qualità di natura psichica non possono subire cambiamenti, tuttavia il fatto che vengano utilizzate solamente in minima parte, indica che si possono impiegare al meglio tramite esercizi espletati nell’arco di un’ora: è molto più proficuo esercitare la memoria per un’ora al giorno che sette di continuo. Si tenga inoltre presente che l’apprendimento mnemonico diviene molto più semplice quando si comprende l’idea globale delle nozioni da acquisire e successivamente particolari e nessi.

Due fattori determinano il ricordo
  • Riconoscimento: identificare ed individuare tutto ciò che, precedentemente, ha destato in noi interesse e curiosità.
  • Evocazione: riconoscere qualcosa in assenza dell’oggetto che la raffigura, generando in tal caso una rappresentazione mentale che, tramite l’associazione schematica ci consenta l’esatta riproduzione mnemonica.
Se si vogliono archiviare informazioni nella memoria è assolutamente indispensabile capirne natura, ordinamento, relazioni, è questo il motivo che consente di distinguere una memoria di tipo meccanico che è carente per quanto riguarda senso ed interesse, nonché totalmente inadeguata alla comprensione di nozioni ed informazioni legate allo studio.

Se si vuole capire quando un interlocutore è preparato al motivo del dibattito oppure se un allievo ha studiato ci si affidi alle seguenti osservazioni:
  • Consciamente: collega gli argomenti in modo naturale ricorrendo ad un linguaggio scorrevole, privo di sussulti e dai toni molto pacati.
  • Inconsciamente: ripete più volte quanto già detto e si accompagna ad un tono di voce marcato, con delle pause disseminate in modo casuale e la sostanza degli argomenti sconnessa, priva di logica.
La memoria razionale, logica, rappresenta un’altra tipologia sulla quale dovrebbe poter contare un allievo, questa si basa su delle associazioni generalizzate e sistematizzate. Fissare in modo ragionato determina delle relazioni assennate ed origina gruppi di associazioni generalizzate attraverso la parola: esiste quindi un raggruppamento ed una comprensione di concetti espressi dal linguaggio. In pratica l’informazione richiamata alla memoria deve caratterizzarsi con un concetto riferito ad una parola.

Cosa intendiamo per concetto? Sono due i riscontri d’analisi che lo identificano:
  • Rappresentazione mentale: in riferimento all’immagine che, per poter rimanere impressa ed essere correttamente archiviata dovrà rispondere ad una buona conformazione. Quanto più l’impressione sarà colma di emotività tanto più si avvicina al proprio modo di percepire e tanto meno si potrà verificare dimenticanza o confusione con altre.
  • Rappresentazione intellettuale: è la giusta e dovuta comprensione di quanto in acquisizione, ponderato che solamente dall’importanza delle relazioni indicative per ottenerla, è possibile risalire al carattere ordinato della riproduzione: ciò consente, nel processo evolutivo, che le parti abbiano un facile e adeguato sviluppo.
In relazione agli assunti di questo articolo cito lo psicologo francese Henry Wallon: “Anche la parola è nulla se non rappresenta in ogni istante l’immagine delle cose ed il ritorno alla loro sensibile realtà, dove raggiungono la loro giusta misura. Attraverso la parola ed il concetto si opera la reciproca penetrazione dell’esperienza individuale e di quella collettiva. Non c’è concetto, per quanto astratto, che non abbia implicita qualche immagine sensitiva, e non c’è immagine, per quanto concreta, che non sia espressa da una parola e non entri nei suoi propri limiti; al riguardo le nostre esperienze individuali sono già modellate dalla società”.

Un saluto da Bolotana!


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