11-02-2015, 20:30
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-02-2015, 19:41 {2} da Mariano.)
Negli ultimi tempi il nostro bel paesello è profondamente scosso da pronunciate tensioni politiche dovute alla scellerata manovra con la quale la giunta comunale ha spalmato la famigerata Tari. Si è raggiunto infatti il limite massimo delle aliquote ed un conseguente, insostenibile gravare, che ha irritato gli esercenti.
Un clamoroso infortunio politico a cagione di non pochi malumori in una vasta fascia della popolazione, fra commercianti ed altri.
Non è comunque mia intenzione analizzare tali fatti e tantomeno affondare lo stocco in una ferita profonda e dolorosa. Vorrei soffermarmi invece sul proliferare di taluni individui e loro improvvisa comparsa sulla scena del misfatto. Personalmente sono estremamente stupito nell’osservare quanti concittadini strepitano sui calzari assaliti dall’irrefrenabile impulso a volersi immolare per il bene comune.
Le impetuose contestazioni ad opera dei commercianti hanno dato la stura ad una serie di reclami che giungono da ogni dove. Parrebbe che, improvvisamente, il primo cittadino sia diventato il Minotauro e gli uffici comunali il labirinto di Cnosso. Ma tali signori abitavano forse altrove? Possibile che la situazione nel paesello possa corrispondere a quanto viene dipinto solamente dopo che gli esercenti si sono attestati in un contegno di biasimo? Legando ogni singola doglianza si giunge ad uno scenario che narra uno sfascio a tutto tondo, dalle sale ludiche ai ritrovi per anziani, giardini, fontane, piazze e avanti a pieno braccio.
Mi par d’uopo a questo punto un semplice quesito: perché, se realmente la situazione è quella denunciata da non pochi cittadini, nessuno si è preso la briga di presentare le proprie istanze in luoghi e sedi appropriate invece di affidare le incombenze a siti e quotidiani locali?
Dobbiamo essere equanimi, soprattutto in predetta situazione. E’ troppo semplice, adesso, il “dagli al sindaco” in virtù del fatto che, sacrosantamente, una componente del tessuto sociale si è contrapposta ai provvedimenti citati. Naufragare pedissequamente nel mare dell’indignazione popolare è comodo, ma talvolta estremamente azzardato e può sfociare in una deriva dalle pieghe inattese.
Dovrebbero riflettervi i tanti personaggi che già prelibano il tracollo della giunta animati da intenti poco commendevoli. Al saturnale affluiscono numerosi, vi è chi ha evacuato il sepolcro e si propone a nuova vita, chi vanta casato in Samarìa, barricadieri da operetta, faccendieri senza scrupoli, intellettuali con le orecchie puntute e Giamburrasca dall’abbozzato eloquio.
Guardateli, uditeli, fanno il girotondo intorno al grande rogo nella speranza di bruciarvi la spoglia del leone.
Non è la prima volta che vediamo guastatori evolversi in riparatori il cui intervento è di gran lunga peggiore del male da curare.
Un clamoroso infortunio politico a cagione di non pochi malumori in una vasta fascia della popolazione, fra commercianti ed altri.
Non è comunque mia intenzione analizzare tali fatti e tantomeno affondare lo stocco in una ferita profonda e dolorosa. Vorrei soffermarmi invece sul proliferare di taluni individui e loro improvvisa comparsa sulla scena del misfatto. Personalmente sono estremamente stupito nell’osservare quanti concittadini strepitano sui calzari assaliti dall’irrefrenabile impulso a volersi immolare per il bene comune.
Le impetuose contestazioni ad opera dei commercianti hanno dato la stura ad una serie di reclami che giungono da ogni dove. Parrebbe che, improvvisamente, il primo cittadino sia diventato il Minotauro e gli uffici comunali il labirinto di Cnosso. Ma tali signori abitavano forse altrove? Possibile che la situazione nel paesello possa corrispondere a quanto viene dipinto solamente dopo che gli esercenti si sono attestati in un contegno di biasimo? Legando ogni singola doglianza si giunge ad uno scenario che narra uno sfascio a tutto tondo, dalle sale ludiche ai ritrovi per anziani, giardini, fontane, piazze e avanti a pieno braccio.
Mi par d’uopo a questo punto un semplice quesito: perché, se realmente la situazione è quella denunciata da non pochi cittadini, nessuno si è preso la briga di presentare le proprie istanze in luoghi e sedi appropriate invece di affidare le incombenze a siti e quotidiani locali?
Dobbiamo essere equanimi, soprattutto in predetta situazione. E’ troppo semplice, adesso, il “dagli al sindaco” in virtù del fatto che, sacrosantamente, una componente del tessuto sociale si è contrapposta ai provvedimenti citati. Naufragare pedissequamente nel mare dell’indignazione popolare è comodo, ma talvolta estremamente azzardato e può sfociare in una deriva dalle pieghe inattese.
Dovrebbero riflettervi i tanti personaggi che già prelibano il tracollo della giunta animati da intenti poco commendevoli. Al saturnale affluiscono numerosi, vi è chi ha evacuato il sepolcro e si propone a nuova vita, chi vanta casato in Samarìa, barricadieri da operetta, faccendieri senza scrupoli, intellettuali con le orecchie puntute e Giamburrasca dall’abbozzato eloquio.
Guardateli, uditeli, fanno il girotondo intorno al grande rogo nella speranza di bruciarvi la spoglia del leone.
Non è la prima volta che vediamo guastatori evolversi in riparatori il cui intervento è di gran lunga peggiore del male da curare.
Da bolotana un saluto!