06-05-2015, 18:37
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-05-2015, 09:06 {2} da Mariano.)
La triste vicenda legata alla TARI restituisce, a mio dimesso parere, la percezione di un malessere che non è solamente degli esercenti. Scontento, inquietudine, talvolta rassegnazione, vengono puntualmente espresse da buona parte della popolazione, anche chi, recandosi alle urne, affidò il timone all’attuale giunta. Non intendo analizzare l’operato di chi adesso governa il paese, d’altronde, al netto della sostanza, non mi pare vi sia alcunché da valutare se non un percorso che ricalca l’inerzia che distingue questo tipo di amministrazioni: lo stretto necessario affinché i servizi vengano garantiti, completamento e compimento di opere utili ed inutili, il clamoroso inciampo TARI ed altre vicende dalle ricadute estremamente negative.
Come detto, vi è irrequietezza nel paesello, rincrescimento, delusione, anche in quelle sacche considerate “zoccolo duro”, o se si preferisce i tosti e puri che all’ombra degli stendardi hanno dato senso e linfa (in misura maggiore) alla propria esistenza. Le crepe che sfaldano il fortilizio ideologico citato, sono indicatori che dovrebbero indurre a riflessione. Altresì è motivo di analisi il fatto che suddette incrinature si rivelano in coloro che risiedevano, pianta stabile, nel Pretorio!
Ben sappiamo che la fede politica dev’essere costantemente accudita, ergo, è possibile che eventuali accordi disattesi, dinieghi a denti stretti, abbiano affievolito l’ardore dottrinale ed intaccato la consumata prassi che vede il proselitismo testata d’angolo. Si badi, lo zoccolo è duro in virtù dell’incessante lavoro dei gregari, il cui fine, nel silenzio dell’urna, si traduce in comune intento. Chiaramente i sodali "intimano" compenso, talvolta esoso, pertanto non sempre è possibile provvedere ai solleciti, accade perciò che il "magnificato" di turno venga trascinato alla gogna poiché reo di non aver impresso, o fatto imprimere, suola e numero di calzari, nei glutei del predestinato.
E’ sconcertante che tali individui, indossino, campagna elettorale in atto, i panni del venditore porta a porta alfine di “orientare” le predilezioni del popolino bue, dispensando filosofia di pessimo conio negli androni di anime buone la cui debolezza, legata alla crisi economica, diviene comodo bottino: nei focolari della brava gente in difficoltà esistenziale e culturalmente indigente, non è poi così difficile introdurre un Capitan Fracassa in sembianza del nuovo Battista!
Politicamente, Bolotana è un contenitore vuoto, abbandonato a se stesso, privo di figure tutelari in grado di comunicare col popolo e compararsi oltre recinto, è dimostrato dalla vicenda TARI, dalla fustigazione reiterata del capitale umano e conseguente, sistematico, annichilimento di quanto correlato. Capitale che andrebbe piuttosto riqualificato e posto in condizioni di adagiare il paese nell’impronta che merita. Compito ascrivibile alle nuove generazioni con il conforto di persone disgiunte da partiti o movimenti politici che hanno modellato l’attuale, desolante, scenario.
Il mandato dell’amministrazione volge ormai a termine ed è quindi maturo il tempo per degli incontri preliminari che vedano riuniti giovani desiderosi di offrire le proprie competenze e figure in grado di interpretare, decodificare, gli umori dei concittadini, in riscossione di un plauso non imposto da oscure direttive di partito o sacre e pompose abluzioni, ma conferito per nitore ideologico, competenza, cultura, irreprensibilità, voglia di impegnarsi affinché la popolazione abbia a beneficiare dei servigi offerti.
La politica non è una nicchia tutelata dove accogliere familiari, discepoli e cortigiani allineati con i propri indugi di natura sociale. Bolotana ha delle ferite profonde ma può e deve riproporsi!
Come detto, vi è irrequietezza nel paesello, rincrescimento, delusione, anche in quelle sacche considerate “zoccolo duro”, o se si preferisce i tosti e puri che all’ombra degli stendardi hanno dato senso e linfa (in misura maggiore) alla propria esistenza. Le crepe che sfaldano il fortilizio ideologico citato, sono indicatori che dovrebbero indurre a riflessione. Altresì è motivo di analisi il fatto che suddette incrinature si rivelano in coloro che risiedevano, pianta stabile, nel Pretorio!
Ben sappiamo che la fede politica dev’essere costantemente accudita, ergo, è possibile che eventuali accordi disattesi, dinieghi a denti stretti, abbiano affievolito l’ardore dottrinale ed intaccato la consumata prassi che vede il proselitismo testata d’angolo. Si badi, lo zoccolo è duro in virtù dell’incessante lavoro dei gregari, il cui fine, nel silenzio dell’urna, si traduce in comune intento. Chiaramente i sodali "intimano" compenso, talvolta esoso, pertanto non sempre è possibile provvedere ai solleciti, accade perciò che il "magnificato" di turno venga trascinato alla gogna poiché reo di non aver impresso, o fatto imprimere, suola e numero di calzari, nei glutei del predestinato.
E’ sconcertante che tali individui, indossino, campagna elettorale in atto, i panni del venditore porta a porta alfine di “orientare” le predilezioni del popolino bue, dispensando filosofia di pessimo conio negli androni di anime buone la cui debolezza, legata alla crisi economica, diviene comodo bottino: nei focolari della brava gente in difficoltà esistenziale e culturalmente indigente, non è poi così difficile introdurre un Capitan Fracassa in sembianza del nuovo Battista!
Politicamente, Bolotana è un contenitore vuoto, abbandonato a se stesso, privo di figure tutelari in grado di comunicare col popolo e compararsi oltre recinto, è dimostrato dalla vicenda TARI, dalla fustigazione reiterata del capitale umano e conseguente, sistematico, annichilimento di quanto correlato. Capitale che andrebbe piuttosto riqualificato e posto in condizioni di adagiare il paese nell’impronta che merita. Compito ascrivibile alle nuove generazioni con il conforto di persone disgiunte da partiti o movimenti politici che hanno modellato l’attuale, desolante, scenario.
Il mandato dell’amministrazione volge ormai a termine ed è quindi maturo il tempo per degli incontri preliminari che vedano riuniti giovani desiderosi di offrire le proprie competenze e figure in grado di interpretare, decodificare, gli umori dei concittadini, in riscossione di un plauso non imposto da oscure direttive di partito o sacre e pompose abluzioni, ma conferito per nitore ideologico, competenza, cultura, irreprensibilità, voglia di impegnarsi affinché la popolazione abbia a beneficiare dei servigi offerti.
La politica non è una nicchia tutelata dove accogliere familiari, discepoli e cortigiani allineati con i propri indugi di natura sociale. Bolotana ha delle ferite profonde ma può e deve riproporsi!